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L’incidente stradale che ha cambiato la vita di Ramon e della sua famiglia.

Una battaglia durata anni che ha portato all’ottenimento del giusto risarcimento.

A seguito di un bruttissimo incidente con gravi lesioni che lo hanno reso paraplegico, Ramon (nome di fantasia per tutelarne la vera identità) ci contatta per aiutarlo. Vive in Italia ma senza permesso di soggiorno, dopo aver trascorso una serata con amici in un locale alle quattro del mattino decidono di tornare a casa usando l'auto prestata da un amico che vive all’estero. Il conducente, stanco e probabilmente sotto l’effetto dell’alcol, in una rotatoria perde il controllo dell'auto ribaltandosi e finendo in un fosso. Senza patente e colpevole di un precedente incidente mortale, fugge lasciando gli amici svenuti e gravemente feriti all’interno dell’auto.
 
Nel frattempo, residenti e passanti estraggono i passeggeri dall’auto e chiamano i soccorsi. Quando l’ambulanza e le forze dell’ordine arrivano sul posto, è impossibile ricostruire la dinamica e identificare chi era alla guida del veicolo. Una volta giunti in ospedale le forze dell’ordine, a questo punto, eseguono l'alcol test a tutti e Ramon, risultato negativo, riesce a spiegare ai soccorritori di essere un trasportato e non il conducente.

In ospedale viene raggiunto dalla moglie e tutti i passeggeri vengono interrogati dai Carabinieri. Nel frattempo, anche la compagna del guidatore li raggiunge per capire cosa ricorda Ramon e se identifica nel suo compagno il conducente. L’atteggiamento pressante, inusuale ed invadente della donna viene notato dalle forze dell’ordine che si insospettiscono e, fortunatamente, decidono di lasciarne traccia nel verbale. Ramon nel suo dolore confida alla moglie la vera identità del guidatore, rimasto un segreto fino a quel momento. Lei decide di riferirlo subito ai Carabinieri che vanno a casa dell'uomo per interrogarlo. Il guidatore nega di essere coinvolto e afferma di essere stato tutta sera a casa con la compagna. 

Dopo gli accertamenti, l‘assicurazione del veicolo stabilisce che le lesioni gravi riportate da Ramon possono essere imputabili solo al guidatore, anche se così non è, perché Ramon era seduto nel sedile posteriore. I giorni passano e gli altri due passeggeri, che erano rimasti lievemente feriti, si trasferiscono all'estero facendo perdere le loro tracce. 
 

Alla ricerca dei testimoni e della verità. Ci pensa AISS.

 
Dopo un incontro con i nostri periti di cinematica, il nostro medico legale e gli avvocati, decidiamo di fare un ultimo tentativo di contattare la compagnia assicurativa che afferma di non aver nessuna intenzione di risarcire Ramon, perché ritenuto responsabile dell’incidente e che la pratica era stata trasferita alle aree speciali in quanto ritenuta passibile di tentata frode. Ostacolati da più fronti e ritenendo il nostro cliente una vittima, dovevamo provare che quella sera Ramon non fosse alla guida. Per questo motivo grazie all’analisi approfondita dei verbali delle Autorità e della documentazione medica siamo riusciti a convincere il PM, mostrando le incongruenze sulle testimonianze, a far rinviare a giudizio il conducente.
 
Parallelamente decidiamo di instaurare il processo civile. Durante lo svolgimento dei processi, Ramon riesce a mettersi in contattato con uno dei passeggeri, il quale messo al corrente della situazione vuole testimoniare per dare la sua versione nel processo penale. Il periodo pandemico e la scarsa disponibilità economica del testimone, complicano il suo rientro in Italia e quindi aiutiamo a organizzare la trasferta che si rende molto più complicata del previsto. 

La famiglia ha diritto a un risarcimento per danno riflesso?

 
Con la sentenza 4571 del 14/02/2023 la Corte Suprema ha ribadito l’applicazione del cosiddetto danno riflesso che considera parte lesa anche i “prossimi congiunti”, riconoscendo così il loro diritto a un risarcimento. 

Secondo quanto previsto dalle tabelle risarcitorie, i prossimi congiunti sono gli ascendenti (genitori e nonni), i discendenti (figli e nipoti), il coniuge o convivente, fratelli e sorelle.
 
A sole 24 ore dal processo il testimone non si vede e non si sente, ma a poche ore dall’udienza, riesce ad arrivare in Italia e a essere ascoltato dal giudice, il quale decide finalmente di condannare penalmente il vero responsabile

A questo punto, la sentenza penale ci permette di acclarare i fatti per come effettivamente si sono svolti e ciò ci consente anche di ottenere la vittoria anche nel giudizio civile.
 
 
In auto Ramon, sfortunatamente, era senza cintura e anche consapevole dello stato d’ebrezza del conducente. Per questi motivi il risarcimento è stato ridotto dal Giudice del 50%, tuttavia con la somma ottenuta il nostro cliente ha potuto sostenere finalmente delle cure mediche adeguate, rimuovere le barriere architettoniche dalla sua abitazione e rendersi autonomo.

Per supportare anche la famiglia in questa sventura li abbiamo sostenuti, facendo ottenere il permesso di soggiorno a Ramon e ai suoi famigliari e permettendo anche alla moglie e ai due figli di ottenere un congruo risarcimento. Ramon ha potuto aprire un fondo per i suoi figli in cui è stato depositato, con l’obbligo di non ritiro fino al compimento della maggiore età, il risarcimento ottenuto.
 
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